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Inaugurazione del “Tondo delle otto porte” di M. Pistoletto nei giardini dell’ Ambasciata d’Italia

(ANSA) – BUENOS AIRES, 22 GIU – Michelangelo Pistoletto è stato oggi l’ospite d’onore dell’inaugurazione del capitolo di Buenos Aires della Bienalsur 2019, mostrando al pubblico nella residenza dell’ambasciata d’Italia la sua istallazione ‘Il tondo delle otto porte’, prima tappa di un circuito di opere da lui ideato nel centro della capitale argentina.

Il ‘Circuito Pistoletto’ creato dall’esponente dell’Arte Povera è un percorso urbano attraverso i suoi lavori più emblematici, con istallazioni ed interventi sul territorio in diversi spazi: il Museo delle Arti decorative, il Museo di Belle Arti, il ‘Museo Tres de Febrero’ nell’antico Hotel degli Immigranti e il Museo Benito Quinquela Martìn della Boca. E nel giardino della residenza dell’ambasciata d’Italia,
l’artista biellese è passato all’azione distruggendo a colpi di martello uno degli specchi della sua istallazione. “Quando realizzo questo intervento sullo specchio – ha spiegato – mi ricordo la prima volta che l’ho fatto scoprendo che rompendolo non lo eliminavo, ma semplicemente lo moltiplicavo”.

Introducendo Pistoletto come “un gigante dell’arte italiana”, l’ambasciatore Giuseppe Manzo ha sostenuto che “l’evento di oggi non ha precedenti” e ci permette di “confrontare un’opera d’arte innovatrice con le linee del nostro Palazzo Alvear, esempio di architettura classica del 19/o secolo”.

Fra gli appuntamenti previsti durante la permanenza di Pistoletto in Argentina uno, molto atteso, riguarda la ricostituzione del disegno emblematico del ‘Terzo Paradiso’, realizzato all’altezza della Boca sulle acque del fiume Riachuelo, uno dei corsi d’acqua più inquinati del mondo, con oltre 3.000 bottiglie di plastica dipinte da scolari di quartieri poveri della capitale. Prendendo la parola l’artista ha ringraziato l’invito della Bienalsur perché, ha detto, “sono convinto che sia necessario un contributo artistico del sud per rigenerare il mondo”.

Dopo aver ripercorso la sua traiettoria, a partire dal primo ‘Autoritratto’ (1955), ha voluto commentare per l’ANSA l’ultima sua preoccupazione: “L’evoluzione etica”. “Non voglio più usare la parola rivoluzione – ha sottolineato – perché una rivoluzione senza una capacità di proposta non ha più molto senso. Bisogna lavorare sulla proposta avendo una capacità critica, senza però che essa diventi la finalità, ma una spinta per trovare una soluzione”. “L’etica – ha concluso – vuol dire significati reali che coinvolgono la realtà nei suoi aspetti pratici. Per questo l’arte deve diventare il motore che unisce tutti i pezzi della macchina sociale. L’arte è libertà ma anche responsabilità, senza una delle due non riusciamo a fare la società”.

 

Cliccare per info sul “Circuito Pistoletto

Rassegna stampa:

22/06/2019 – Ambitointernacional

22/06/2019 – Ansa

22/06/2019 – Diplomatic News Network

21/06/2019 – La Nación

21/06/2019 – Infobae

20/06/2019 – Clarín

Galleria fotografica:

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