Coronavirus: ‘Team Europe’, impegno UE per l’Argentina – Amb. Giuseppe Manzo, ‘Italia interviene con programma Prosepu’
(ANSA) – BUENOS AIRES, 25 SET – Gli ambasciatori di vari Paesi europei, fra cui l’italiano Giuseppe Manzo, hanno partecipato oggi a Buenos Aires ad una conferenza virtuale per fare il punto sull’attività in Argentina del ‘Team Europe’, programma lanciato dall’Unione europea per il contrasto del coronavirus.
Introducendo i lavori, l’ambasciatrice comunitaria nella capitale argentina, Aude Maio-Coliche, ha sottolineato che “‘Team Europe’ è un gran progetto diventato ormai realtà”, ed ha sottolineato che esso “si propone di incidere, con una risposta multilaterale e solidale, per minimizzare le conseguenze della pandemia, sia dal punto di vista sanitario, sia socio-economico”. In Argentina, ha aggiunto, “abbiamo avviato molteplici azioni in diverse province, mettendo in relazione persone con poteri decisionali ed esperti delle due parti”, e con la convinzione che “di fronte alle proporzioni della pandemia, nessuno avrebbe potuto superare questa enorme sfida in modo isolato”. Ad esempio l’11 settembre scorso, ha concluso, “ci siamo riuniti con i funzionari di otto ministeri argentini, riassumendo gli interventi in atto e in divenire, per i quali ci appoggiamo alle diverse organizzazioni dell’Onu e alla Croce Rossa”.
Da parte sua l’ambasciatore Manzo ha voluto ricordare, come notizia di attualità, gli elogi odierni dell’Organizzazione mondiale della sanità all’Italia per la “sua capacità di reazione energica che è riuscita a cambiare la traiettoria della pandemia con misure basate sulla scienza”. La filosofia del rapporto fra Italia e Argentina in questo campo, ha sottolineato, è stata di “aiutare, e nello stesso tempo condividere esperienze”. L’ambasciatore ha quindi illustrato il programma più importante in via di sviluppo, il Prosepu. “Si tratta – ha spiegato – di un progetto avviato dalla cooperazione italiana che prevede un credito molto agevolato per il ministero della Sanità argentino per comprare attrezzature ospedaliere”. “Coinvolge – ha concluso – 16 ospedali di cinque province, e riguarda per lo più apparecchiature specialistiche prodotte in Italia”. (ANSA).
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